Il governo ha dato parere favorevole ad un odg del deputato del Terzo Polo per cancellare la riforma di Bonafede sulla prescrizione.
La proposta del deputato Enrico Costa del Terzo Polo è di cancellare la riforma Bonafede del 2019 per ripristinare la riforma Orlando del 2017. In realtà, la stessa riforma Cartabia del 2021 che ancora non è entrata in vigore prevede quanto richiesto da Costa, ovvero, il ripristino della prescrizione sostanziale, che si calcola sulla base della pena prevista dal codice.
La prescrizione è un istituto giuridico che prevede che il reato venga estinto con il passare del tempo. In questo si inserisce il diritto del cittadino di avere un processo ragionevole anche in termini di durata e di non rimanere indagato per un tempo indeterminato. La stessa premier Giorgia Meloni in conferenza stampa ha dichiarato che si tratta di una scelta «di buon senso» per evitare «che ci siano indagati a vita».
I timori per la riforma Cartabia
Il deputato del Terzo Polo Costa ha dichiarato che l’obiettivo è cancellare la riforma Bonafede del decreto “Spazzacorrotti” che prevede che la prescrizione si interrompa alla conclusione del primo grado di giudizio. I successivi gradi di appello e Cassazione quindi possono essere illimitati nel tempo. A cancellare la riforma Bonafede entrerà in vigore la riforma Cartabia il prossimo anno che però mantiene la prescrizione sostanziale fino al primo grado di giudizio ma introduce la prescrizione processuale per gli altri gradi, ovvero fissando un termine entro il quale devono concludersi.
La riforma Cartabia è una delle riforme sostanziali del Pnrr sulle procedure giudiziali per velocizzare i processi penali, richiesto dall’Ue. Tanto che questo odg ha suscitato le critiche del Pd ai centristi. «Ad aprire la porta all’evidente tentativo di picconamento di una delle riforme più importanti del governo Draghi, sono proprio gli apologeti dell’agenda Draghi», ha detto Rossomando, responsabile giustizia dem.
Il Terzo Polo è in sintonia con il governo sulle questioni di giustizia soprattutto con il garantista e liberale Nordio ma il Pd teme, non tanto il ritorno alla riforma del dem Orlando, ma un passo indietro sul Pnrr.